Ho portato un pezzo di casa con me

dicembre 2022
Video (15”), audio (19”), mappe, struttura mobile.

Parte del progetto Corrispondenze, realizzato in collaborazione con Cristina Materassi.

La struttura costruita per Ho portato un pezzo di casa con me è un mezzo che permette di trasportare e ricreare il proprio spazio intimo in un luogo pubblico. Uno strumento visibile, mobile, curioso, che ci ha permesso di accogliere e ospitare ovunque. Un oggetto che, con il suo passaggio, ha saputo catturare l’attenzione per creare interrogativi e invogliare al dialogo.

Cosa vuol dire per noi abitare uno spazio? Cosa è casa? Dove è casa? Cosa differenzia il mio abitare da quello degli altri? Qual è il tessuto dell’abitare e come si manifesta nel quartiere di Borgo Dora?

Partendo da curiosità personali sul quartiere abbiamo progettato degli itinerari e proposto delle modalità per approciarsi al cammino e alla scoperta o ri-scoperta del territorio. Volevamo camminare sui limiti, osservare il rapporto con il fiume, conoscerne le piazze e i luoghi di aggregazione.
Camminare, osservare il territorio, confrontarsi con i suoi abitanti per raccogliere storie, ci ha permesso di conoscere un luogo e, tramite la ripetizione di questa azione, ritualizzare lo spazio.

Il lavoro è stato restituito attraverso fotografie, mappe, una traccia audio realizzata con le passeggiate e un video che racconta l’esperienza.

Borgo Dora, Torino

Corrispondenze

Un seme, una mappa, uno scampolo di stoffa, una buca delle lettere. Cosa significhi Abitare non è una questione da poco.
La parola deriva dal latino “habeo”, avere, ma, mutuata nella sua accezione iterativa, implica un’estensione temporale, “avere in modo continuato”. Potrebbe tradursi in “mantenere”. Mantenere un luogo, un contatto, una relazione. Abitare è quindi una questione di tempo e di reciprocità. Invero, l’esposizione prolungata a certe correnti, a particolari lingue, volti o storie ci modella, crea abitudine. Così l’abitare genera corrispondenze tra luoghi e persone. È un atto di co-costruzione, una ricerca senza fine da compiere con e insieme all’altro.

Corrispondenze è il titolo del progetto avviato dalle artiste Cristina Materassi e Paola Boscaini nel 2021. Nata con l’intento di documentare come le forme e i modi di abita-re si esprimono all’interno del contesto urbano, la loro ricerca si struttura attorno all’atto del “corrispondersi”: una pratica semplice eppure essenziale per co-costruire relazioni profonde con il contesto e la comunità in cui viviamo. Corrispondenze è innanzitutto partecipazione. Al centro di tutto c’è la capacità di offrire uno stimolo, un punto di partenza per accogliere l’intervento attivo dei partecipanti: un invito a proporsi in qualità di co-autori nel processo di costruzione e di abit-azione del territorio.

Corrispondenze assume di volta in volta forme ed esiti differenti (oggetto materiale, mappa, magazine cartaceo o archivio), è un progetto vivo e aperto al contributo di chi desidera farsi avanti.
Nella ricerca delle artiste le due sfere dell’abitare “individuale” e “collettivo” diventano un binomio indissolubile: dalla strada allo spazio espositivo, la grammatica della corrispondenza si adatta a pubblici e ambienti differenti trasformandoli negli ingredienti di una ricetta nuova, da integrare e implementare di volta in volta.

Parole di Barbara Ruperti